Il punto di giovinotti

Il focus sul Territorio - di Andrea Manzella

Dopo la visita e l'intervista fatta a Tor Più Bella (che uscirà a giorni), tiriamo 3 conclusioni per Tor Bella Monaca che, secondo noi sono emerse parlando con Andrea (responsabile di Tor Più Bella).

 A Tor Bella Monaca, come a Corviale, manca un centro di aggregazione in cui i ragazzi possano riunirsi per vedersi e svagarsi. Non che manchi lo spazio. Sarebbe interessante, secondo noi, provare ad organizzare, con cadenza settimanale, uno street-market coordinato da giovani. Un assetto innovativo, collaudato da mini-van, una piazza al centro organizzata con tavoli e sedie, insomma un'occasione per ritrovarsi e, forse utopicamente, cominciare a costruire una vita aggregativa nelle periferie.

·         Rigenerazione Urbana , il progetto dei ragazzi di Tor Più Bella, è veramente interessante. In primis perchè è organizzato dai residenti e rappresenta la voglia di riappropriarsi degli spazi. Secondo, perchè, con l'idea della botanica, si riesce veramente ad estrarre un valore ecologico a quella che potrebbe essere la rinascita di questa e altre periferie. Insomma i ragazzi di Tor Più Bella dovrebbero essere inclusi, o almeno ascoltati, in merito a come muoversi sulle ristrutturazioni di alloggi popolari.

·         Decoro - un residente ci dice "a noi nessuno ci vuole bene perchè non ce ne vogliamo noi. Ma nessuno si chiede perchè non ci vogliamo bene". Non credo serva aggiungere altro

Dal territorio due riflessioni. Le fiamme di Roma ci riportano nel disagio della capitale, che non deriva dal caldo. Il Parco di Centocelle è al centro di un dei municipi più abitati d’Europa, e i danni alla popolazione alla flora e alla fauna sono immensi. Le due riflessioni naturali sono:

a)      la necessità di un termovalorizzatore, che ad oggi manca e di cui non si vede all’orizzonte un piano concreto. Ricordiamo, per correttezza, che il piano del termovalorizzatore era solamente spinto dal candidato sindaco Calenda e non voluto né dall’attuale sindaco Roberto Gualtieri né dall’ex-sindaca grillina Virginia Raggi.

b)      Vi è da riflettere su ciò che si sta muovendo dietro la capitale. Cinque fuochi nel giro di poche settimane non possono essere solo attribuibili solamente al caldo, che peraltro sta penetrando ogni angolo del paese. Nessuno accusa nessuno, ma l’incidenza dei fuochi potrebbero essere attribuibili o ai pochi investimenti sui servizi di mantenimento, o a un mondo sotterraneo, poco noto, che si muove sotto la città.

Infine, per chi se lo fosse perso, Venezia è diventata la prima città italiana a regolamentare il fenomeno airbnb. Un elemento di cui abbiamo parlato spesso, e una mossa da considerare anche per realtà italiane come Roma e Firenze. Limitando il turismo, soprattutto nei centri storici, si riuscirebbe a 'utilizzare' il fenomeno (che comunque continuerebbe) per valorizzare periferie e quartiere limitrofi al centro.

Perché ad esempio l'amministrazione capitolina non decide di regolamentare drasticamente gli airbnb nel 1 e 2 municipio della città? Si darebbe modo a quartieri limitrofi di crescere, e costringerebbe la 'politica' a sviluppare un sistema di servizi efficiente anche in quartieri periferici e meno turistici.

L’Italia nel mondo: di Giovanni Caprara

Il 5 luglio Mario Draghi si è recato in visita ad Ankara per incontrare il presidente turco Erdogan. Draghi ha parlato di due paesi che sono “partner, amici, alleati”. Parole ben diverse da quel “dittatore” che Draghi riferì al presidente turco circa un anno e tre mesi fa. A prescindere dall’epiteto usato allora, Draghi non a caso fu poco amichevole (per usare un eufemismo) con Erdogan, in un momento in cui Italia e Turchia competevano su almeno due fronti caldi: Libia e Balcani. Dopo quindici mesi, molto è cambiato, non solo sullo scacchiere internazionale, ma anche nelle relazioni bilaterali tra i due paesi. Si tratta del primo incontro ufficiale tra leader (e rispettive delegazioni al seguito) dei due paesi negli ultimi dieci anni e, a margine dei colloqui, si è proceduto alla firma di nove accordi bilaterali per rafforzare la cooperazione tra Italia e Turchia. Una collaborazione di importanza fondamentale, considerando che l’Italia rappresenta il terzo mercato di destinazione per l’export turco, da cui importiamo beni per circa dieci miliardi di euro. Tanti i temi riguardo cui le delegazioni hanno discusso, a partire dalla guerra in Ucraina e gli argomenti ad essa collegati, relativamente ai quali è sembrato ci fosse una salda intesa. Non solo nel condannare l’invasione russa, ma anche (e soprattutto) per trovare un accordo che abbia la finalità di creare dei corridoi alimentari che, attraverso il Mar Nero, permettano il passaggio delle tonnellate di grano bloccate nei porti ucraini. Infatti, come aveva sottolineato Draghi in una conferenza stampa del 26 maggio scorso, i porti ucraini sono stati minati dai russi, per impedire il transito delle navi dal Mar Nero al Mediterraneo, passando per lo stretto del Bosforo ed il Mar Egeo. Si tratta di una questione fondamentale, che, se non risolta provocherebbe (e sta già provocando) una crisi alimentare di proporzioni gigantesche.

 Buona parte del Nord Africa e molti tra i paesi più poveri al mondo dipendono in larga misura dagli approvvigionamenti di grano russo ed ucraino. Ciò, sommato alle incontrollate dinamiche inflazionistiche dell’ultimo anno e mezzo, potrebbe generare sommovimenti sociali non trascurabili. È bene ricordare che all’origine delle primavere arabe del 2011 ci furono anche gli alti prezzi delle materie prime alimentari. Per fare un esempio, l’Egitto (già in grave difficoltà economica ed alimentare) importa circa il 60% del proprio grano dalla Russia; molti altri paesi, non solo dell’area del Mediterraneo, si trovano in una situazione analoga. Erdogan ha affermato che sul punto si potrebbe riuscire a trovare un accordo con Mosca nei prossimi dieci giorni. Se così fosse, si tratterebbe di una svolta importante per la stabilità dell’area.

Il mercato delle Crypto - Matteo Sarcinella

Il Bitcoin ha attraversato un importante momento di calo, scendendo sotto i 19.700 dollari in un contesto di sell-off dei mercati più ampi che ha visto gli indici azionari in calo e l'euro avvicinarsi alla parità con il dollaro statunitense. I grafici dei prezzi mostrano che il bitcoin è stato respinto al livello di 21.800 dollari della scorsa settimana. Durante il fine settimana ha trovato un supporto a 20.500 dollari ed è sceso a 19.700 dollari nelle prime ore asiatiche di fine settimana. Secondo l'analisi tecnica, il Bitcoin potrebbe scendere fino a 18.700 dollari, livello raggiunto all'inizio del mese. Una ripresa dai livelli attuali, invece, potrebbe vedere il bitcoin salire fino alla zona dei 21.300 dollari nelle prossime settimane. I cali sono arrivati mentre Temasek Holdings, società statale di Singapore che gestisce un patrimonio di oltre 287 miliardi di dollari, ha messo in guardia da ulteriori flessioni dei mercati finanziari, citando la probabilità di una "recessione nei mercati sviluppati".

Temasek ha dichiarato di prevedere una "lieve recessione" negli Stati Uniti il prossimo anno, aggiungendo che la Cina deve affrontare "sfide" e che l'economia globale "è in uno stato fragile". "L'aumento dell'inflazione, l'impennata dei prezzi delle materie prime e le gravi strozzature della catena di approvvigionamento hanno messo in luce ulteriori falle nel mercato globale", ha dichiarato in un comunicato. L'euro è sceso ai minimi di 20 anni di 1,0002 contro il dollaro, avvicinandosi alla parità. La debolezza è dovuta alle preoccupazioni di una crisi energetica derivante dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia che porterebbe la regione a una recessione, mentre il dollaro è stato supportato dalle aspettative di un impegno della Federal Reserve ad accelerare i rialzi dei tassi. Anche i mercati azionari hanno sofferto. In Asia, l'indice Hang Seng è sceso dell'1,26%, mentre il Nikkei 225 giapponese ha perso l'1,75%. L'indice Stoxx Europe 600 è sceso dello 0,60%, mentre il DAX tedesco ha perso l'1%. I futures statunitensi sul Nasdaq 100 e sullo S&P 500 sono scesi dello 0,68%. Alcuni investitori di bitcoin vedono più motivi per un calo che per un rimbalzo. Il mercato globale delle criptovalute è sceso a 888,98 miliardi di dollari, con un calo di oltre il 3% nelle ultime 24 ore. Tuttavia, il volume totale degli scambi di criptovalute è sceso di oltre un punto percentuale a 53,63 miliardi di dollari. Il Financial Stability Board (FSB) ha dichiarato che ad ottobre proporrà regole globali "solide" per le criptovalute, a seguito delle recenti turbolenze sui mercati che hanno evidenziato la necessità di regolamentare il settore "speculativo".

 

Previous
Previous

3 idee per Tor Bella Monaca

Next
Next

Cosa è il regolamento sulle sovvenzioni estere di cui si parla a Bruxelles?